La bacchetta smarrita

La bacchetta smarrita

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C’era una volta una fatina un po’’ scervellata: era pigra e pasticciona, confondeva le formule magiche e studiava poco: le piaceva solo svolazzare qua e là, fare incantesimi balordi e anche un po’ inutili, ballare e ascoltare  musica. Tutti la chiamavano Svampita anche se il suo nome originario era Morgana, nome che aveva ereditato da una famosa fata bisàvola.

Fu quindi in uno dei suoi vagabondaggi senza troppo senso che, passando sopra un paesino di montagna, non si accorse che la sua bacchetta magica si era impigliata nei fili di alta tensione che sovrastavano l’abitato e che lì era rimasta incastrata.

Svampita, tutta concentrata nell’ascolto delle sue cuffiette musicali, continuò il suo viaggio tranquillamente e, quindi, la bacchetta magica rimase lì a penzolare sopra il paese.

Naturalmente la cosa ebbe conseguenze perché i poteri magici della bacchetta continuarono ad avere effetto, e  per di più le oscillazioni dei fili le davano continui impulsi. Fu così che si attivarono gli incantesimi già preordinati da Svampita: quelli che le risparmiavano qualsiasi impegno quotidiano.

Ed ecco che, alzandosi al mattino, le famiglie di quel paese, che chiameremo, al momento, Fortunello, trovarono la tavola già apparecchiata per la colazione, il caffè sul fuoco, il pane affettato, la marmellata pronta, i biscotti allineati …

Al momento i più pensarono a un’inaspettata e gentile sorpresa di un amico o a uno scherzo.. Qualche moglie ringraziò compiaciuta il marito che, da sempre rimproverato per le sue mancanze domestiche, si prese volentieri il merito non meritato…

Ma la cosa non finì lì. Quando fu l’ora delle attività quotidiane le situazioni apparvero ancora più strane: gli studenti si trovarono la lezione preparata, i compiti perfetti, gli insegnanti benevoli … Chi andava al lavoro non ebbe bisogno di affaticarsi: tutto procedeva in automatico! I progetti si completavano in un attimo, i rapporti erano già scritti alla perfezione, i capufficio erano di buon umore, gli idraulici trovavano i tubi riparati, i falegnami i mobili levigati, i bibliotecari i libri riordinati … Solo gli elettricisti notarono uno strano sfarfallìo di tensione negli impianti ma non sembrò niente di allarmante.

La faccenda andò avanti per un bel pezzo perché Svampita innanzitutto tardò ad accorgersi di aver smarrito la bacchetta e poi ci mise un bel po’ a trovare il coraggio di comunicare l’ennesima grave sbadataggine.

Così, nel frattempo gli abitanti di Fortunello si abituarono ad essere pigri e indolenti: nessuno si occupava più degli impegni domestici, gli studenti rinunciavano a leggere e a studiare, i professori si limitavano a fare l’appello e i lavoratori oziavano indifferenti stando seduti a guardare i risultati del lavoro che non facevano. Per questo ora chiameremo quel paese Sfortunello.

Ma quando gli alti funzionari del mondo della magia seppero del problema ci fu un enorme scompiglio: non era mai accaduto un incidente simile! Svampita fu sùbito declassata Fata principiante, costretta a seguire corsi di aggiornamento e privata di ogni potere magico, mentre un esperto mago dal Ministero fu spedito a recuperare la bacchetta perduta.

A questo punto che accàdde? Che gli sventurati abitanti di Sfortunello si svegliarono una mattina con la cucina in disordine, i barattoli del caffè e della marmellata vuoti e i bambini affamati. A scuola ci fu il caos: votacci e lezioni improvvisate, negli uffici e nelle fabbriche nessuno sapeva più cosa fare … Un disastro che durò a lungo e che restò un inspiegabile fenomeno finché, col tempo, tutto l’accaduto divenne una strana leggenda da raccontare ai più piccoli.

Dicono anche Che Svampita cambiò professione: diventò un’acròbata da circo dove, a suon di musica, si esibiva in salti mortali che sembravano davvero esercizi di nagìa!

Ed ora un caro saluto e un ciao  da Vittoria!

 

 

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