
Alice
“Viaggio in Italia””, 2003 (NuN Entertainment)
Cantautoriale
di Paolo Pisi
Alice, italiana, classe 1954, iconica cantautrice italiana.
Alice, il cui vero nome è Carla Bissi, sfiora appena gli anni sessanta, ma come andava di moda in quegli anni per etichettare buona parte delle cantanti italiane, comincia a fare parlare di sé come “la cerbiatta di Forlì”.
Vince Castrocaro nel 1971 con una sua versione di “Tanta voglia di lei” dei Pooh; andrà a Sanremo l’anno dopo ma non entrerà in finale.
La sua gavetta dura quasi un decennio in cui incide due dischi passati inosservati con il nome di Alice Visconti fino a quando nel 1980 cambia casa discografica, diventa “Alice” tout court ed entra in contatto con Franco Battiato e Giusto Pio con i quali compone il suo primo grande successo, “Il vento caldo dell’estate”. Torna a Sanremo l’anno dopo vincendolo con “Per Elisa” e diventando una stella di prima grandezza, pur restando schiva e apparentemente poco disponibile, con l’aria sempre altera e poco sorridente. Gossip zero, comparsate televisive minime, arriva al punto di rifiutare un contratto con una major americana per continuare a fare quello in cui crede; icona di stile con le sue pettinature, le giacche, i foulard, i pantaloni e gli stivali, è lontana anni luce dalle “dive” odierne, affidandosi solo alla sua voce, potente e unica. Di Battiato diventa l’interprete perfetta, a volte duettando anche lui; in Germania diventa una star quasi più celebre di quanto lo sia in Italia; qui lavorerà con molti artisti tedeschi e vincerà il Goldene Europa nel 1987.
Con “Park Hotel” (1986) inizia una nuova fase -senza più Battiato ma con musicisti di fama internazionale come Phil Manzanera e Tony Levin- che la porta in cima alle classifiche di mezza Europa e in Giappone. I testi ermetici e gli arrangiamenti sempre più raffinati e colti sembrano alienarle il successo in Italia, ma la consacrano star di prima grandezza in Europa e particolarmente in Germania; pubblica un album, “Mélodie passagère”, con brani classici di Satie, Fauré e Ravel, per solo piano e voce quasi recitante e subito dopo il capolavoro “Il sole nella pioggia”.
Il disco che scegliamo come pietra miliare, tuttavia, è un disco atipico, “Viaggio in Italia”, pubblicato nel 2003 con un etichetta indipendente, in cui Alice interpreta cover di autori italiani e non, compreso testi di Pier Paolo Pasolini e uno di Joyce musicato da Syd Barrett: chiamarle cover è riduttivo e svilente perché Alice interpreta questi brani in maniera così intima e personale da reinventare ex-novo queste canzoni, anche con l’aiuto di musicisti del calibro di Paolo Fresu, Jakko Jackszyk dei King Crimson e Tim Bowness dei No Man. Doveva esserci anche un inedito ad aprire l’album, “La bellezza stravagante” di Ivano Fossati, ma la gestazione del disco è stata talmente lunga e i ritardi nella pubblicazione tali da far sì che il brano uscì l’anno prima interpretato dall’autore nel suo “Lampo viaggiatore”. Ne seguì un tour nei teatri di Italia e di mezza Europa che Alice poi riprenderà 15 anni dopo, integrandolo con altre cover, e che di fatto ha ripreso oggi, dopo due anni di sold-out con solo brani di Battiato, spesso accompagnata da un solo pianoforte.
Ciononostante, il grande pubblico oggi continua a chiedersi “che fine ha fatto Alice?”