Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Quando è stata annunciata la sua abolizione, il 14 giugno 1966, nell’Indice dei libri proibiti c’erano tutte le opere di Niccolò Macchiavelli, di Galileo Galilei e di Keplero, oltre a quelle di Cartesio e Spinoza. A decretare la fine dell’Index Librorum Prohibitorum è stato papa Paolo VI, dopo il Concilio Vaticano II. Era stato invece Paolo IV a istituirlo, nel 1557. Per oltre quattrocento anni la lettura di alcuni dei testi più importanti della filosofia e della scienza è stata considerata un peccato punibile con la scomunica. E, in alcuni casi ed epoche, anche con la morte. Non erano però solo i testi che parlavano di religione a essere presi di mira come eretici. Nella prima versione dell’Indice erano inclusi anche l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, il De Monarchia di Dante Alighieri e il Decamerone di Giovanni Boccaccio. Nel corso dei secoli poi vi sono stati iscritti anche i libri di altri autori, come Alexandre Dumas, Ugo Foscolo, Simone de Beauvoir, Jean Paul Sartre e Alberto Moravia. Non vi è mai comparso, invece, il Mein Kampf di Adolf Hitler.
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