17 aprile

17 aprile

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

Il diciassette è stato un numero magico. Almeno per Giovanni da Verrazzano, che il 17 aprile del 1524 raggiunge con la sua caravella il porto di New York. Getta l’ancora appena fuori dalla baia e viene accostato da un gruppo di nativi in canoa che, leggenda vuole, si dimostrano un po’ infastiditi da quei bianchi appena arrivati. Non attaccano però briga. Anche Verrazzano è un tipo tranquillo. Con gli indigeni c’è dialogo, al punto che -forse per non disturbare troppo- non si spinge nemmeno dentro la baia dove Mr Hudson, un secolo più tardi, scoprirà il fiume che oggi porta il suo nome. Verrazzano era del Chianti e, venendo da terra di buon vino, coglie subito alcuni dettagli interessanti. Scrive: “”Notammo molte viti selvatiche che crescendo si abbarbicano agli alberi come fanno nell’Italia settentrionale. Se queste viti fossero coltivate come si deve certamente produrrebbero ottimi vini perché più volte ne ho assaggiato il frutto e l’ho trovato soave e dolce””. Poi dice anche: “”Ci trovammo di fronte a una terra che non era mai stata vista da uomo antico o moderno. Quando ci avvicinammo a un quarto di lega ci accorgemmo che era abitato per i grandissimi fuochi accesi sulla spiaggia””. Insomma, Verrazzano è quello che arriva per primo a New York ma si ferma là fuori, nella baia. La città che non dorme mai e che somiglia a una grande mela poteva chiamarsi come lui, tipo Verrazanopolis, o Verrazanotown, o Verrazzanoland. Col suo nome, invece, c’è solo un ponte: Verrazzano Narrows Bridge. Tutto sommato, meglio cosi. Del resto lui era uno di quelli, oggi rari, che faceva gran bei viaggi e grandi scoperte senza menarsela troppo.
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