Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il nome della marca era Lucifero e sulla scatola c’era un’avvertenza: “”Si sconsiglia l’uso alle persone deboli di polmoni””. Potrebbe sembrare un pacchetto di sigarette. Invece è la confezione di un prodotto nuovo e rivoluzionario: il fiammifero. Diverse migliaia, o forse milioni, di anni dopo la scoperta del fuoco, l’umanità faceva la scoperta di un piccolissimo utensile destinato a semplificare enormemente la vita di uomini, donne, massaie, fumatori, appassionati di barbecue e di chiunque dovesse armeggiare con il fuoco. Il suo inventore è un farmacista inglese, che il 7 aprile del 1827 arrivò a realizzare i primi fiammiferi quasi per caso. Fece comunque rapidamente fortuna. L’unico problema era l’odore, decisamente fetido, che i “”luciferi”” emanavano quando venivano accesi. Colpa del miscuglio di gomma arabica, clorato di potassio e solfato di antimonio della capocchia. L’inconveniente viene in parte attenuato qualche tempo dopo da un chimico francese, che realizza un altro tipo di fiammiferi utilizzando il fosforo. Puzzano meno ma presentano sempre rischi per la salute di chi li adopera. La svolta definitiva arriverà dalla Germania, dove hanno la brillante idea di collocare il fosforo sul lato della scatola e non sulla capocchia del fiammifero, in modo che sfregando appunto sulla scatola il fiammifero possa accendersi, ma senza bruciare il fosforo. Ecco che i fiammiferi diventano finalmente più salutari. E anche meno pericolosi, visto che serve sfregarli sulla scatola per accenderli: prima succedeva che talvolta si accendevano accidentalmente da soli.
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