la partita vista da Ciffo
Versione pseudopoetica per dire: a Salò il colpaccio te lo faccio, che fa pure rima, ma con meno effetto. Insomma, il Ciccio Graziani e i suoi prodi ci sono riusciti, e con merito (ma anche un po’ di fortuna, naturalmente quella che “aiuta gli audaci”), proprio contro l’ex Serena, fresco di panchina alla guida di una squadra programmata per i primi posti. Alé.
Salto a piè pari la nostra occasione iniziale (4’), confusa e frutto di una pitonata feralpina, per passare subito al gran gol di Sandokan-Guazzo, che, di testa, gira mirabilmente in porta un perfetto cross di Regoli, servito da capitan Caridi. È il 32’, che è proprio il N° di maglia del neobomberone. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Nel primo quarto d’ora della ripresa ce la vediamo brutta, e sembra proprio che i celestin-verdolini da un momento all’altro pareggino. Disegno l’occasione del 2’: bella rovesciata d’un certo Parodi e tiro (forse deviato da un biancorosso) d’un tal Ferretti; ma il neo portierino Tonti (che tonto non è) ci mette una pezza in collaborazione col prode Regoli. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Non disegno il gol che Ferretti segna davvero 4 minuti dopo, perché l’arbitro annulla per fuorigioco.
Il Mantova tiene botta e potrebbe addirittura raddoppiare al 17’ con Caridi, che, partito da metà campo, si tira dietro tre o quattro feralpini (1), scambia con Di Santantonio, (2), entra solo soletto in area, ma (3), per schivare il portiere, schiva anche la porta. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
La Feralpi colpisce una traversa al 29’ (tiro deviato), ma nel finale Guazzo arriva solo davanti al portiere per ben due volte in un sol minuto, senza però riuscire a superarlo. Vi disegno solo l’ultimo peccato. Il nostro Sandokan era proprio stremato, e per aver segnato e sempre lottato, merita non solo d’esser perdonato, ma anche laudato. Al quadrato, con tutto l’apparato. (clicca sul disegno per ingrandirlo)