Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 9 febbraio 1963 il parlamento italiano approva la legge n. 66. Una legge breve, due articoli secchi, una sessantina di parole in tutto. Articolo 1: “”La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura””. Le italiane possono fare il magistrato solo da 52 anni. In realtà ancora meno: dopo la legge 66 bisogna aspettare il primo concorso. Lo superano 8 donne su circa 6000 partecipanti. Pensavo che le donne in magistratura ci fossero almeno da quando c’è la Repubblica, dalla Costituzione. Non è così: i padri costituenti, e le poche madri che c’erano, pur parlando della donna giudice non ebbero abbastanza coraggio. Il dibattito fu un po’ bloccato dagli stereotipi. Ecco alcuni interventi. Padre costituente On. Giuseppe Cappi, democristiano: “”Nella donna prevale il sentimento sul raziocinio, mentre nella funzione del giudice deve prevalere il raziocinio sul sentimento””; padre costituente On. Salvatore Mannironi, democristiano: “”Nella sua costituzione psichica la donna non ha le attitudini per fare bene il magistrato””; padre costituente onorevole Antonio Romano, democristiano, illuminante, di professione presidente di tribunale: “”Con tutto il rispetto per la capacità intellettiva della donna, ho l’impressione che essa non sia indicata per la difficile arte del giudicare. Questa richiede grande equilibrio e alle volte (alla donna) l’equilibrio difetta per ragioni anche fisiologiche. Questa è la mia opinione, le donne devono stare a casa””. Il padre costituente on. Enrico Molè, Democratico del Lavoro, roba di sinistra, precisa poi che certe diversità tra uomo e donna risultano “”specialmente in determinati periodi della vita femminile””. Adesso mi è tutto più chiaro: i coraggiosi padri costituenti temevano il ciclo mestruale. Si sa che la donna, in quei giorni, è un tantino irritabile e, se è magistrato, finisce che dà l’ergastolo a uno che ha rubato una bicicletta. Che magari non era nemmeno legata con la catena.
[rf]