""Ora bisogna convincere chi non ha mai votato a sinistra""
Intervista al candidato sindaco
Il suo slogan vincente è stato “”Chi è Mattia Palazzi””, con questo ha vinto a mani basse le primarie del centrosinistra a Mantova e ora si prepara alle elezioni comunali di maggio dove spera di diventare sindaco.
Mattia Palazzi risponde alle domande di Lorenzo Pirovano, provando a ricucire con gli alleati (“”Ho detto a Banzi che continuare a citare Benedini non è un buon modo per smarcarsi””), evitando di proseguire le polemiche con la civica Comunità e Territori (“”Sono tranquillo, Alberto Grandi quest’estate disse, nonostante le perplessità, che si poteva lavorare con me. C’è solo difficoltà nell’accettare il desiderio di cambiamento della città.””).
Il giovane candidato sindaco non ama parlare delle sue esperienze politiche passate (consigliere comunale 2000-2005 nell’amministrazione Burchiellaro, poi assessore al Welfare e alle politiche giovanili 2005-2008 nella giunta Brioni) ma le definisce un valore aggiunto: “”le città in quel periodo hanno tutte vissuto una fase di sviluppo […], mi assumo le responsabilità delle scelte che ho fatto durante il periodo complesso da consigliere comunale””.
Palazzi, per oltre 10 anni presidente dell’Arci Mantova, nega qualsiasi accordo di spartizione dei ruoli politici futuri e risponde sulle frizioni all’interno del partito legate al passato (“”le mie dimissioni da assessore nel 2008 non c’entrano con il presunto conflitto d’interessi, che è stato dimostrato non esistesse. Furono un gesto di generosità al quale non corrispose da parte mia nessuna richiesta. Dimostrazione del fatto che non sono uno attaccato alle poltrone””).
E sul 40% che ha definito come obiettivo del suo PD alle elezioni comunali di maggio? “”Bisogna convincere chi solitamente non ha votato a sinistra””.
[Lorenzo Pirovano]