Minimo comun denominatore

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I disagi in famiglia

Pareri distorti (On air 9 e 19.30)

Buon giovedì famigliare
Titoli dei due quotidiani locali. “Sequestra l’ex moglie per vedere suo figlio” apre la Gazzetta di Mantova; “Armato semina il panico in centro città” fa eco la Voce, sempre in apertura di prima pagina. Ritorno alla Gazzetta e trovo a pagina 20 una corrispondenza da Gonzaga con questo drammatico titolo: “Accoltella il marito al culmine della lite”.
Minimo comune denominatore: la famiglia o quello che resta dopo una separazione non accettata da lui nel primo caso o il disagio continuo, da lei, nel caso dell’accoltellamento e qui, il cronista, accenna al fatto che entrambi sono senza lavoro ma la memoria corre ad un altro fatto di cronaca avvenuto in città solo sei mesi fa in cui una signora ha accoltellato il marito, alla schiena, senza gridare e senza nemmeno dire una parola, in un simbolico gesto liberatorio di vendetta dove il lavoro mancante non c’entrava per niente.
C’è qualche cosa che va rivisto relativamente all’unione e alla famiglia. Separarsi non è più una vergogna e le norme che stanno lentamente entrando in vigore addirittura riducono costi e tempi ma la voglia di fare e di farsi del male rimane quella del rancore e della non accettazione da parte di molti maschi, della covata vendetta, da parte di qualche donna perché così sono i numeri: molti i primi, poche, le seconde!
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti

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