Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 5 gennaio è un giorno legato alla storia di due persone ambiziose, astute e pragmatiche. Due tipi giovani, ironici, ribelli con giudizio, semplici e carismatici allo stesso tempo, impegnati nel fare corretta informazione e nell’offrire alternative. Entrambi con un’immagine ben delineata, specifica. Il primo con un gran sorriso stampato e un giacca di pelle nera, roba più da rocker più che da cronista. L’altro, che di musica ne ha mixata molta, davanti al microfono di una radio che si chiamava Aut, trasmessa sui 98.8 FM da Terrasini, Palermo. Può sembrare strano ma, anche se suonano come vicende lontane, fatte con mezzi poveri e un po’ démodé come un giornale d’opinione e una radio libera, queste storie hanno ancora molto da dire, anche in tempi di tweet, post e peer to peer: passare le giornate per strada, parlare con le persone, ascoltarle, battere i marciapiedi e poi denunciare. Raccontare quello che non torna. Assumersi il rischio di una scelta. E soprattutto rimanere sul quel territorio, restare in Sicilia. Oggi, 5 gennaio, voglio pronunciare due nomi che in questa data si tengono insieme. Giuseppe Fava detto Pippo, ucciso dalla mafia a Catania il 5 Gennaio 1984. Giuseppe Impastato detto Peppino, nato a Cinisi il 5 Gennaio del 1948 e ucciso dalla mafia nel 1978.
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