Se i treni soppressi fossero popolo saremmo già al genocidio

Se i treni soppressi fossero popolo saremmo già al genocidio

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Buon lunedì ferroviario

Ripetere una notizia non é mai buona informazione, ma la reiterazione di un disagio, come la soppressione dei treni, deve rimanere in prima pagina.

Se i treni tra Mantova e Milano fossero un popolo, causa soppressioni, saremmo già al genocidio.

Questa é la situazione, causa caldo, ma succede anche causa freddo, dei treni, in genere Vivalto, che uniscono la periferia dell’impero con la capitale morale d’Italia.

I Vivalto, come quasi tutti i treni di ultima generazione, non hanno finestrini apribili, tanto c’é il condizionamento e il riscaldamento che assicurano il benessere del viaggiatore.

Peccato che spesso, molto spesso, il sistema non funziona e così, con 35° all’esterno, sarebbe stato impossibile far partire un treno nel bel mezzo della pianura padana, treno che avrebbe raggiunto la temperatura per rassodare le uova, in poco tempo.

Trenord, la società pubblico-privata della Lombardia, ha diffuso un sondaggio sulla soddisfazione dei clienti, termine obbligato dai verificatori della qualità che spesso si accontentano delle 4 interviste in croce raccolte.

Secondo la società il 92% é soddisfatto per la facilità dei titoli di viaggio, l’84% soddisfatto dell’attenzione al cliente, e l’80% per le informazioni a bordo treno.

Credo che tutti saremmo soddisfatti se non ci ci fossero più soppressioni, che nemmeno vengono rimborsate.

A risentirci domani. Grazie

@robertostorti