UN SIMPOSIO AMERICANO Da Platone a Raymond Carver

UN SIMPOSIO AMERICANO Da Platone a Raymond Carver

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Radio proposta ideata e sceneggiata da Ramom Guevara.

Voci narranti: Sveva Lasagna, Federico Caramori,  Simona Cerin

Se pensiamo al simposio la nostra mente rimanda alla classicità: dagli antichi greci infatti ha origine la pratica di riunirsi e bere vino mentre si trattano argomenti filosofici. E il vino ha un ruolo chiave nel simposio, il fluire dell’alcol facilità il fluire della conversazione, apre le porte agli atteggiamenti disinibiti e alle dichiarazioni più libere (ne è un esempio la scena del “Simposio” di Platone in cui Alcibiade fa una sincera dichiarazione d’amore a Socrate) e l’argomento è di fondamentale importanza: generalmente la discussione verte su tematiche esistenziali, in un contesto di convivialità filosofica.

Di certo tale pratica oggi è decaduta almeno nella sua forma originaria, ma è poi così lontana dalla nostra contemporaneità? Per niente: sono le discussioni più spontanee e appassionate, nate attorno a un tavolo con pochi altri amici, a costituire i piccoli frammenti che uniti rappresentano un sincero ritratto di una qualsiasi società. Sicuramente la discussione filosofica ha preso altre forme, diventando sempre più accademica e meno quotidiana, ma l’indole alla conversazione, al momento di intimo confronto coi cari, è parte integrante della natura umana, e pertanto risulta chiaro come il simposio faccia spesso capolino — per citazioni dirette o meno — anche nella letteratura di autori recenti.

Raymond Carver, uno dei maestri del minimalismo americano, scrive “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” più di duemila anni dopo Platone, rappresentando un gruppo di amici che, tra un bicchiere di gin tonic e l’altro, finiscono sempre per parlare d’amore.

 

Progetto COalCO
Alternanza Scuola Lavoro

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