C’era una volta il solito paese di Chissadovè, quello in cui capitavano sempre le cose più strane.
Un giorno, sulla piazza principale, arrivò un furgoncino rosso che riportava in bella vista un cartello: Consulenza Proverbi. Dal furgoncino scese un ometto calvo, tutto elegante, con in testa un cappello a cilindro.
Tirò dal tetto del furgoncino una specie di tenda – veranda, ci mise sotto un tavolo e due sedie e si sedette.
La gente curiosa cominciò ad avvicinarsi e a chiedere che cosa l’ometto fosse venuto a fare e così si seppe che era un esperto di proverbi e che chiunque poteva rivolgersi a lui per qualsiasi problema o richiesta: l’ometto avrebbe trovato il proverbio giusto e, secondo lui, seguendo il proverbio, ogni problema si poteva risolvere.
I ragazzacci del paese cominciarono a sghignazzare e a deriderlo. “Ride bene chi ride ultimo!” e “il riso abbonda sulla bocca degli stolti!” sentenziò l’ometto a voce alta e, con grande stupore di tutti, il gruppo di ragazzi si dissolse all’improvviso, scomparve immediatamente agli occhi di tutti.
Sulla piazza si fece silenzio.
L’ometto, tutto sorridente, aprì un librone dalla copertina rossa e si mise a leggere, aspettando tranquillamente.
Passarono i giorni e, pian piano, le persone cominciarono ad avvicinarsi al furgone per parlare a tu per tu con l’ometto dei proverbi.
Lui ascoltava gentilmente, scartabellava il suo librone, trovava il proverbio giusto per la situazione e l’interlocutore se ne tornava a casa meditando su quanto gli era stato detto. E la cosa funzionava davvero perché, non si sa come, bastava ripetere il proverbio perché ogni cosa andasse a posto.
“Mi hanno rubato un cavallo” si lamentava un contadino, “Chi la fa l’aspetti!“ rispondeva l’ometto, e subito non solo tornava il cavallo ma anche le scuse del vicino disonesto.”
“Non so se posso dichiarare il mio amore a una ragazza” diceva un giovanotto, “Chi non risica non rosica” sentenziava l’altro, e i due erano subito pronti per le nozze. E così via: “Devo fidarmi dei miei amici sul lavoro?” “Chi fa da sé fa per tre!”
“Mia nuora è una vera peste” “Tra moglie e marito non mettere il dito!”
“Devo tenere questo lavoro o cercarne un altro?” “Chi lascia la strada vecchia per la nuova …” “Sono arrabbiata perché dicono male di me” “Raglio d’asino non sale al cielo!”
“Mia figlia è un po’ indisciplinata ma io sono comprensiva!”; “La madre pietosa fa la figlia tignosa!”
Per ogni problema l’omino aveva una risposta e i proverbi sembravano davvero rimettere a posto ogni cosa.
La situazione procedeva per il meglio e tutti si erano affezionati al furgoncino dei proverbi, che era sempre più affollato di gente, anche perché le risposte erano tutte gratis e l’ometto sempre disponibile e sorridente.
L’unico ad essere malcontento era lo psichiatra del paese, che aveva perso molti clienti. “Sa – dicevano le persone – l’omino dei proverbi ci risolve tutto in un batter d’occhio e in più non dobbiamo pagarlo …!”
Così lo psichiatra, che era anche esoso, si rodeva, e una notte, mentre tutti dormivano, si avvicinò al furgoncino, che era chiuso, e attaccò un cartello con questo proverbio: “Ladro piccolo non rubare perché il ladro grande ti farà impiccare”.
Al mattino successivo il furgoncino rosso era scomparso.
Al suo posto, nella piazza, attaccato ad un albero, c’era un cartello con una scritta: “A far del bene agli asini si ricevono calci!”
A risentirci alla prossima volta.
@mariavittoriagrassi
#fotoNONmie Immagini di repertorio.