Per le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta un re di nome Grattacapo che aveva (purtroppo) tre figlie: una parlava troppo, la seconda non parlava proprio, la terza parlava solo a monosillabi.
Il poveretto le aveva cresciute con enorme difficoltà e tutto da solo perché sua moglie, la regina Menefrego, se ne stava tutto il giorno in camera sua a limarsi le unghie. L’unico aiuto a Grattacapo lo dava il vecchio gran ciambellano, Bacucco, che nei suoi 108 anni aveva accumulato molta saggezza ma anche qualche problema dovuto all’età.
Quando la prima figlia, Ipotiposi, (detta Ipo), fu in età da marito Bacucco chiamò in disparte il re e gli disse: “Maestà ormai è tempo di emanare un bando per trovare un marito alla vostra figlia maggiore, la principessa nonmiricordocomesichiama… potremmo trovare tre pretendenti, metterli nelle segrete del castello nudi e senza cibo e scegliere il più resistente… è sempre un metodo spiccio e infallibile. Che dite?”
“Non siamo più nel Medioevo, caro Bacucco – ribatté seccato il re – ci basta un solo pretendente e sperare che sia sano e resistente perché mia figlia Ipo, come sai, è un po’ …” “Scema?” disse Bacucco, che aveva un vocabolario scarso ma efficace “no, ecco, direi.. ingombrante, anzi travolgente”! precisò Grattacapo.
“Bene – concluse Bacucco – faccio pubblicare il bando su InstagRe, me lo pubblica il mio bistrisnipote, Digitale”.
Detto fatto Digitale pubblicò il bando e subito si presentarono i pretendenti. Il primo era uno stimato principe del regno confinante.
Si inchinò e fece a Ipo la classica dichiarazione “Vogliate deliziosa donzella concedermi la vostra mano …” Ipo non lo lasciò nemmeno finire: “il termine di deliziosa si addice a una torta e non certo a una ragazza, che definire donzella è decisamente arcaico e quanto al verbo concedere ci sarebbe molto da dire perché il temine viene dal latino cum + cedere e vorrebbe dire accordarsi nel soccombere in qualche cosa per cui la mia mano dovrebbe esservi in qualche modo assoggettata e quindi …”
La tiritera di Ipo continuò a lungo ma il principe non la sentì perché era già scappato alla velocità della luce.
Grattacapo, con le mani nei capelli, guardò con disperazione scorrere davanti alla figlia decine di pretendenti mentre la ragazza blaterava e Bacucco borbottava che il metodo della decimazione per fame e freddo era forse un po’ antico ma sbrigativo.
Alla fine non rimase più nessun aspirante sposo. Ipotiposi continuava a parlare da sola e a lamentarsi “Ecco qui, non c’è nessuno che mi dica cose corrette nel chiedermi in moglie ma io sono una ragazza sincera, che ragiona e non si fa facilmente zittire ecc. ecc.”
Fu a questo punto che sbucò Digitale, il nipote di Bacucco. Si inchinò e fece la sua dichiarazione “ Se uno più uno fa due e due meno uno fa uno, tu più io fa noi”.
Ipotiposi lo guardò a bocca aperta e, per una volta, non seppe cosa obiettare. Re Grattacapo colse la palla al balzo: “Non è una gran dichiarazione d’amore figlia mia ma dice senz’altro la verità!”
E fu così che il matrimonio si fece e i due sposi partirono in luna di miele.
Si dice che Ipotiposi parlasse ininterrottamente per tutti i vent’anni di matrimonio e che Digitale abbia speso una fortuna in batuffoli per le orecchie ma forse queste sono solo malignità.
Tuttavia la storia non è finita: Grattacapo, vi ricordate, aveva altre due figlie da maritare,, Quindi alla prossima e un caro saluto da Vittoria!
#fotoNONmie tratte dalla rete