Ovverossia: “ si rincula” o, come dice mio nipotino, si va in “dietromarcia”. E così va il Mantova. Non solo perché gioca male e perde miseramente, ma anche perché continua praticare la moda della “costruzione dal basso”, con quei rischiosi e lagnosi retropassaggi; insóma, i şóga “a cül indré”. E siccome una tal moda fa ormai parte del “gioco” del Mantova, vuol dire che è il mister a dare tali indicazioni, come ho cercato di rendere nel disegno di copertina. Ma non è un bel vedere, e si rischian gol del Lello, come il secondo beccato in questa partitaccia. Siamo però ancora in zona playoff, ma s’i şóga acsì gh’è poch da star alégar! E meno male che la salvezza è ormai cosa sicura.
9’. Primo tiro in porta (credo) del Legnago ed è subito gol, opera di un terzino e da una trentina di metri. Forse un falso rimbalzo (viste le condizioni del campo) inganna Tosi, che comunque si riscatta poi con due paratone che mantengono lo svantaggio sullo 0-1 (clicca sul disegno per ingrandirlo)
3’ della ripresa. È la cosa più bella del Mantova: Cheddira va via sulla sinistra e crossa per il Guccio che semirovescia appena sopra la traversa. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
12’. Altro salvabaracca di Tosi su sinistrone di tale Girgi. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Ma un minuto dopo eccoti il capolavoro del gioco “a cül indré”: non so chi dei nostri (meglio per lui se non l’ho riconosciuto) retropassa a Panizzi, che invece d’andare incontro al pallone e di portarsi avanti, lo aspetta e se lo fa fregare (lui dice con un fallo) dal gaglioffo Grandolfo (1) che entra in area e (2) scocca un sinistro forse deviato dal generoso Gerbaudo; la palla passa sotto il povero Tosi e rotola in rete. E la fritàda l’è servida. E l’è bastansa. (clicca sul disegno per ingrandirlo)