Emerson, Lake & Palmer
“Tarkus”, 1971 (Island Records)
rock
di Andrea Lucchini
Nel giugno 1971, a breve distanza dall’album di esordio, gli Emerson Lake and Palmer pubblicarono Tarkus,che sia il pubblico e la critica hanno considerato uno dei lavori più rappresentativi del movimento rock progressivo.
Tarkus è una sorta di mostro metà armadillo e metà carro armato, guerrafondaio ed aggressivo. Nasce da un uovo sulla base di un vulcano in eruzione; lotta e vince la battaglia con altri mostri abbattendoli a cannonate. Nello scontro con Manticore, una creatura mitologica greca con la testa d’uomo, il corpo da porcospino e la coda da scorpione, quest’ultima colpisce Tarkus all’occhio con l’aculeo e lo costringe a fuggire nell’acqua.
Una storia in apparenza priva di ogni fondamento,ma che nasconde una velata polemica contro l’intervento americano in Vietnam. “Tarkus” viene registrato in soli sei giorni e nel breve volgere di qualche settimana raggiunge la vetta nelle charts britanniche. Il rock e la musica classica fondano i loro destini con la mitologia. L’incontro è anche quello tra Keith Emerson, Greg Lake e Carl Palmer e il loro pubblico per il secondo atteso album, dopo l’esplosione di popolarità del primo omonimo. Il trio arriva con le idee molto chiare: creare un’opera che non abbia pari in quanto a immaginazione. In classifica in Italia Tarkus arrivò al primo posto (al primo posto un album come Tarkus, ci rendiamo conto di che anni erano?) e risultò essere il 14esimo album più venduto del 1971.
Personalmente ho amato questo capolavoro di tecnica ed inventiva, lasciandomi trasportare dalla grande forza comunicativa del gruppo,che seppur composto dall’inusuale assenza della chitarra elettrica, ha premiato l’idea nativa di Keith Emerson si sostenere il suo progetto di Band.
Con il senno del poi, la formula è risultata vincente ed a 50 anni dall’uscita di Tarkus non è ipotizzabile considerare che il progressive possa non essere transitato da questa strada maestra.