24 giugno, festa solstiziale della Fortuna
Almanaccando
Gli antichi non commemoravano il solstizio d’estate il 21 giugno come si fa oggi, dopo che i calcoli astronomici sono stati messi a punto e il calendario omologato, ma lo posizionavano tra il 23 e il 24 giugno.
In tutte le culture, e in tutte le tradizioni, il momento solstiziale è sempre stato collegato a celebrazioni speciali, con spiccato carattere magico e che prevedevano sempre rituali propiziatori di fertilità.
Durante il medioevo, per esempio, venne posta al 24 giugno la festa di San Giovanni Battista, santo speciale e importante, piazzato nel calendario esattamente sei mesi dopo il Natale, l’altro solstizio. La festa di San Giovanni Battista legittimò e protrasse nel cristianesimo un rito antichissimo che, con il suo scopo di favorire fecondità e abbondanza, ebbe nel tempo manifestazioni anche orgiastiche, se non addirittura sessuali, senza frontiere precise tra la festa sacra e il rito profano.
Gli antichi romani dedicavano il 24 giugno ai festeggiamenti della Dea Fortuna, dea del Fato e delle Occasioni. La Dea Fortuna era, ovviamente, molto popolare e invocata presso i più poveri, ovvero la gran parte della popolazione antica. Era, pertanto, una festa molto sentita e molto partecipata.
La Dea Fortuna era, per i Romani, una divinità positiva e dalla doppia indole: da un lato essa aveva un carattere intraprendente, che aiutava, cioè, a far andare bene le imprese; dall’altro lato la Dea Fortuna aveva un carattere di fertilità universale, di ebbrezza e di erotismo. Il famoso detto “essere ‘baciati’ dalla fortuna”, del resto, deriva proprio da questa caratteristica della Dea.
E’ solo nel Medioevo che la Fortuna diventa arbitraria, inafferrabile e casuale dispensatrice di prosperità e di eventi favorevoli, acquisendo l’epiteto di Dea Bendata.
[rudy favaro]