Bob Dylan
“Street legal”, 1978 (Columbia)
Pop/rock/folk
di Silvio Loi (E Street Records)
Credo nessuno possa mettere in discussione le capacità e le qualità artistiche di un artista del livello di Bob Dylan, eppure se nel grande circo del rock’n roll c’è un personaggio scorbutico, introverso e scostante questo è proprio lui. Addirittura insignito di un premio Nobel per la letteratura all’inizio si era persino rifiutato di ritirarlo.
Non parliamo poi dei suoi concerti, puoi assistere a un grande show come puoi trovarti davanti uno che sale sul palco in ritardo e poi se ne va dopo 50 minuti senza nemmeno salutare oppure se è ben disposto è tutto un inchino togliendosi il cappello e ringraziando il pubblico, posso dirlo con assoluta certezza perchè sono stato più volte testimone di simili episodi. Ma come dicevamo all’inizio ci sono decine di dischi che stanno lì a dimostrare la grandezza di questo artista che ha così influenzato la storia della nostra musica.
Tanti sono i suoi lavori degni di essere citati come pietre miliari, Higway 61, Blonde on blonde , Blood on the tracks, Time out of mind e tanti altri. Però se devo scegliere quello che più di tutti mi coinvolge ebbene voto per Street legal. Disco uscito nel 1978 in pieno periodo punk, è forse il suo lavoro più influenzato dal soul e dal gospel e si avvale dei cori quasi ancestrali di Carolyn Dennis, Jo Ann Harris e Helena Springs oltre che del lavoro magistrale al sax e alla tromba rispettivamente di Steve Douglas e Steve Madaio.
Per una volta un disco fatto più con l’anima e il cuorepiù che con la testa, lo siavverte soprattutto in pezzi come Is your love in vain, Senor, Changing of the guards.
Al momento della sua pubblicazione l’album non fu completamente compreso dalla critica ma le successive ristampe anche in edizione di altissima qualità audio, stanno lì a dimostrarne il suo valore e quanto lo stesso Dylan lo consideri un lavoro pienamente riuscito