Enzo Jannacci
“In teatro”, 1965 (Jolly)
Cantautorale/Teatrocanzone
di Paolo Pisi
Il secondo disco di Enzo Jannacci è da considerarsi a buon diritto una “pietra miliare”: si tratta infatti di uno dei primissimi dischi italiani “live” ed è la registrazione dello spettacolo “22 canzoni”, anche se solo 12 compaiono nella track-list; in realtà Jannacci è autore solo di due testi e di 8 musiche delle canzoni: ben 9 testi sono scritti da Dario Fo, di cui uno con Sandro Ciotti, indimenticabile radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, tre musiche sono di Fiorenzo Carpi e una canzone, testo e musica, è di Fausto Amodei.
La qualità audio del disco è oggi ovviamente molto discutibile, ma stiamo sempre parlando di quasi 60 anni fa, comunque sono presenti alcuni brani che resteranno nel repertorio dell’autore per decenni e senza dubbio sono fra i più caratteristici dell’autore, come ad esempio “L’Armando” e “Veronica”, magnifici rappresentanti di quel “bolgia” umano celebrato dall’autore, fatto di personaggi minimi e barboni che assurgono per un attimo all’effimera gloria di essere vincenti per un giorno in una vita che li vede sempre perdenti per la società “ma non per se stessi”.
Come non citare poi il prete Liprando, altra figura iconica dell’universo jannacciano, e tutto quel mondo di gente buona nell’animo -anche quando è dedita a piccola delinquenza tipo l’abigeato- celebrata in “Aveva un taxi nero”, “Il primo furto non si scorda mai” o che arriva a toccare il cuore come in “Sfiorisci bel fiore”, esempio di tutta quella produzione apparentemente comica fino ad essere fin surreale ma venata di profonda malinconia che si ritroverà sempre nella carriera di quel grande e incommensurabile genio di Enzo Jannacci.