Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta un musicista che non possedeva strumenti per suonare.
La sua testa era piena di bellissime musiche e le sue dita arpeggiavano note dolcissime, straordinarie melodie, ma egli non aveva tastiere né violini né arpe né chitarre né clarini….
Per buona parte della sua vita quel musicista continuò ad ascoltare la musica dentro di lui, scrivendola solo per se stesso, nella sua mente e nel suo cuore; poi, un giorno, decise di farla sentire anche agli altri, di raccogliere le sue creazioni per poterle trasferire a tutti.
Mentre camminava per strada, dunque, si fermava, apriva una scatoletta che portava con sè, e imprigionava la melodia del vento che rincorreva le foglie cadute dagli alberi, oppure, andando in bicicletta, d’estate, infilava nella sua scatola le note armoniose delle cicale e degli uccelli nascosti tra gli alberi, o ancora, nelle notti di pioggia, imprigionava il ritmo tamburellante delle gocce sulla lamiera del tetto.
Raccolse così migliaia di scatolette: fruscii di cespugli, tuoni e scoppi di temporali, gorgoglii di fiumi, voci infantili, scrosci di cascate, rimbombi di frane, gorgoglii di neonati, ninne nanne….
Ogni volta che sentiva un’armonia di suoni quello speciale musicista la imprigionava, fissandola per sempre. La gente lo considerava un po’ pazzo e nessuno capì mai perché parlasse così poco con le altre persone e sembrasse invece costantemente intento ad ascoltare inavvertibili voci di invisibili interlocutori.
Quando egli morì, suo fig1io, anche lui sensibilissimo musicista, aprì le innumerevoli scatolette trovate nella stanza di suo padre e fu subito avvolto da un rincorrersi di melodie straordinarie che lo trasportarono sulla cima delle montagne, lungo il corso dei torrenti, nella pace delle campagne: erano tutte musiche già pronte, scritte dalla perfezione della natura e dalla naturalezza di invisibili voci.
Il ragazzo le mescolò, le cucì insieme, le registrò e ne trasse un’ampia e meravigliosa sinfonia che ebbe un enorme successo e che dedicò alla memoria di suo padre, quello speciale musicista che aveva creato, senza possedere strumenti, migliaia di naturali e inedite armonie.
E quindi un caro saluto e alla prossima! da Vittoria