Ospite Enzo Bosio, collezionista ed esperto musicale
Ascolta il Disco Base della settimana
1. JULIAN COPE "East Easy Rider"
2. JULIAN COPE "Safesurfer"
3. JULIAN COPE "Soldier Blue"
4. JULIAN COPE "Not Raving But Drowning"
5. JULIAN COPE "Leperskin"
Julian Cope, diabolico e geniale, ex cantante dei psichedelici “Teardrop Explodes” con cui ha avuto una brevissima unione durata neanche due anni, due LP e una salutare separazione che lo ha portato ad intraprendere il suo sogno di narratore solitario.
Un doppio Album, ‘Peggy Suicide’, quattro parti, diciotto tracce, che definirei un capolavoro eccessivamente sregolato ed inquietante ma morbosamente affascinante ed attraente. Julian Cope animale irrequieto dal dente avvelenato, violentatore dei pensieri comuni, grande visionario di soddisfazioni castrate e operatore simultaneo di proteste e contestazioni mondiali, messaggero verbale di mali incurabili che affliggono il mondo e blasfemo sterminatore pagano pronto a puntare il dito violentemente contro l’universalità dei cristiani.
‘Peggy Suicide’ è un interessante e coinvolgente viaggio paranoico, una metafora allucinante di un artista psichedelico in continua gestazione, si è sempre manifestato liberamente e spinto ai limiti consentiti dimostrandolo anche nell’Album “Kilimanjaro” con il suo ex gruppo “Teardrop Explodes”, ogni traccia incuriosisce il palpitante desiderio d’ascolto che pervade la mente, Cope non è per niente banale, anzi lo paragonerei a un mistico profeta oscuro, folle narratore popolare, portavoce dogmatico dei suoi più grandi maestri, i “The Doors”.
E’ un artista difficile da digerire e d’amare, ma che riesce a catturare l’attenzione grazie al suo stile personale e anche se la sua musica è concentrata in una sorta di acidi immersi nel soul, funk, rhythm and blues, rock elettronico, non sfiora mai la ripetizione e la melodia è talmente “affabile” che trasforma ogni singola canzone in un ascolto piacevolmente accettabile.
Nell’intera realizzazione di questo suicidio collettivo, al richiamo c’è una totale copertura orchestrale impeccabile, “Safesurfer” traccia intensa nel suono e nei testi che personificano lo spettro dell’Aids, “If You Loved Me At All” una delle tracce più belle dell’intero Album, “East Easy Rider” pericolosamente sensuale e attraente dove i sintetizzatori vanno in escandescenza, “Pristeen” folle traccia d’apertura di ampia intensità personale, “Soldier Blue” folle traccia di ampia libertà personale, “Hung Up & Hanging Out To Dry” un vero pop galoppante e melodico.
Forse a tanti il nome Julian Cope non dice niente, oppure dice fin troppo, ma penso che non si esiterebbe mai a riconoscerlo come uno degli artisti più folli ed eccentrici, portatore di ventilazioni innovative.