Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta la figlia della Bella addormentata nel bosco e, naturalmente, del Principe Azzurro che l’aveva svegliata. Per la verità questo Principe Azzurro, dopo i primi momenti di entusiasmo per la bella ex dormiente, aveva cominciato ad annoiarsi della vita di corte. Certo erano sparite le ragnatele che avevano avvolto il castello nei secoli di sonno della principessa, erano stati rappezzati i danni dell’incuria secolare, avevano disboscato la foresta e ripopolato le stanze ma era rimasta a corte, come dire, una vita al rallentatore.. I genitori della principessa si erano abituati a dormire 20 ore su 24, i servitori non facevano che sbadigliare, i cavalli nelle stalle ruminavano e, se proprio spinti, procedevano solo al piccolissimo trotto. Persino il sole arrivava pigramente ad illuminare il castello e le notti sembravano più lunghe del normale. Insomma ad un certo punto il Principe Azzurro, che si faceva chiamare Dattiunamossa (Datti per gli amici), baciò con cura moglie e figlia, fece ciao a tutti e, con la scusa di dover correre a salvare altre principesse in difficoltà, sparì.
Restarono la Bella (sempre ben riposata) e la figlia, a cui avevano dato il nome di Guaisedormi (detta Guaisi). Guaisi crebbe molto intelligente, spiritosa, simpatica, vivacissima anche se, ahimé, non bellissima. Dalla madre aveva preso solo il biondo dei capelli, e dal padre gli occhi azzurri, ma per il resto sembrava una ragazza costruita in fretta: naso a punta, mento sfuggente, orecchie a sventola, piedi enormi, mani sottili e allungate, corpo magro e scattante. Non era mai ferma e potete immaginare come si trovasse in quel castello dove tutto procedeva con la massima calma: investiva correndo i lentissimi maggiordomi, divorava i pasti alla velocità della luce tra la disperazione dei cuochi e dei servitori, faceva schiantare al suolo i cavalli a furia di spronarli e, soprattutto, non dava pace alla madre, che amava trascinarsi languidamente da un divano alla poltrona e dalla poltrona al letto. “Figlia mia – gemeva la Bella – lasciami in pace un attimo: guarda la Tv, telefona alle amiche, cercati un corteggiatore, ma lasciami riposare!”. Per la verità Guaisi di corteggiatori ne aveva molti perché era ricca ed assai simpatica, ma nessuno riusciva a starle dietro: dopo qualche giorno di corteggiamento si ritiravano, esausti e dovevano dedicarsi a recuperare le energie perdute.
Il problema si protrasse per molti anni finché il primo gran ciambellano, il saggio Dormoinpiedi, decise di diffondere anche fuori dal regno il solito vecchio bando per trovare uno sposo alla principessa. Si presentarono in tre.
Il primo era un famoso ipnotizzatore: guardò fissamente Guaisi negli occhi dicendo Dormi, dormi, dormi.. la ragazza restò un attimo ferma e poi cominciò a rotolarsi a terra sganasciandosi dalle risate. Dormoinpiedi chiamò allora il secondo pretendente, un venditore televisivo, noto per la sua capacità di parlare ininterrottamente per ore. Questi cominciò a blaterare all’alba e, quando si fermò, dodici ore dopo, nel castello dormivano tutti profondamente tranne Guaisi che se ne era andata da un bel pezzo per fare jogging nel bosco. Non restava che il terzo pretendente, un ragazzo più o meno bello, e più o meno ricco. Aveva appunto anche un nome così così: si chiamava Normal. Normal si avvicinò a Guaisi, la guardò e le diede un bacio. La ragazza rispose al bacio, ricambiò lo sguardo.. si sedette sul divano, come incantata, e non si mosse più. “Era ora – borbottò Dormoinpiedi – ci voleva un semplice controbacio per tornare alle buone vecchie e sonnolente abitudini di questa casa!”
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!