Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta un bambino atipico fin dalla nascita: era nato velocemente e nel giorno stabilito, con gli occhi azzurri e i capelli già lunghi, biondi e ricciuti, mangiava a intervalli regolarissimi, dormiva perfettamente in orario, giorno e notte, e quando cominciò a camminare lo fece da subito in modo corretto, senza mai cadere.
“Troppo strano”! sentenziava la nonna, Casimira, “Troppo originale!” proclamava invidiosa la vicina di casa, Sentenzia, “Troppo insolito!” sbraitava il nonno Cornetto (che era sordo). “Troppo bravo!” concludevano felici i genitori, Placido e Allegra, convinti giustamente di avere un figlio davvero eccezionale, che avevano chiamato (ricordando una storia miracolosa) Aladino.
In ogni caso il piccolo crebbe in modo perfetto. A scuola non perdeva una parola dagli insegnanti e la sua memoria prodigiosa era ormai conosciuta da tutti, anzi ampiamente utilizzata. “Ti ricordi – Aladino – chiedeva la maestra – che scarpe indossavo in settembre, due anni fa? Mio marito sostiene che erano nuove..” “Due anni fa in settembre – rispondeva Aladino – aveva dei vecchi mocassini con le nappine, marroni e un po’ sformati!”. “Grazie mille” -diceva la maestra, autorizzata dal marito a comprarsi le scarpe nuove.
Naturalmente, come avrete già immaginato, anche Aladino aveva un difetto, sempre straordinario: di notte non riusciva a sognare. Sembrerebbe un difetto da poco ma Aladino se ne crucciava: tutti i suoi amici raccontavano sogni più o meno strani o meravigliosi; viaggi incantati, strampalate avventure a volte divertenti e a volte paurose … ma Aladino niente: dormiva senza sogni tutta la notte, senza emozioni e senza fantasia. Ecco, quello che mancava a Aladino era, in realtà, un po’ di passione e di fantasia: intelligente, ordinato, razionale, eccezionale ma …fantasia zero! E siccome era anche molto sensibile la fantasia gli mancava.
Un giorno Aladino, ormai diventato adulto, professionista apprezzato e di successo, fu trattenuto per un braccio da un vecchietto mal ridotto, piuttosto sporco e mal vestito … “Puoi aiutarmi? – chiese il vecchietto – tu sei così giovane pulito e elegante…” Aladino lo guardò perplesso: “Che cosa potrei fare: vuoi un po’ di soldi?”. “Usa la fantasia, caro – ribatté un po’ seccato il vecchietto – credi che basti qualche moneta?” Aladino si sentì perso, guardò con attenzione il vecchio e … vide il vecchietto pulito, sfamato e accudito, in una stanza ordinata e accogliente, con persone che avevano cura di lui. Lo vide sorridente e sereno …
Lo vide così trasformato e poi, improvvisamente, si guardò intorno e non lo vide più: il vecchietto mal ridotto era sparito per lasciare posto solo al vecchietto nuovo, quello della sua FANTASIA! Aladino si rese conto che, per la prima volta, aveva sognato, aveva trasformato una persona vera e infelice in una persona aiutata e consolata. Era quella la fantasia? Bastava entrare nelle cose e nelle persone non solo con la mente ma anche con il cuore?…
La storia non ci dice se Aladino da quel giorno di notte (o di giorno) sognò, ma ci dice che fu diverso, forse meno razionale e perfetto ma certo più umano.
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria