PAROLE PER L’INDICIBILE. VINCENZO BARONE A MANTOVASCIENZA

PAROLE PER L’INDICIBILE. VINCENZO BARONE A MANTOVASCIENZA

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Quando leggiamo un romanzo spesso ci meravigliamo dell’ingegnosità della mente dell’autore, che, apparentemente dal nulla, è riuscito a creare un mondo immaginario che spesso ci coinvolge emotivamente. Ma se le pagine che sfogliamo non contenessero solo finzione, ma, anzi principi fisici e matematici che mai avremmo pensato di indagare? Per svelare questo mistero nascosto nelle trame della narrativa è giunto a Mantova Vincenzo Barone, fisico teorico, insegnante di Meccanica quantistica e Fisica per il cittadino all’Università del Piemonte Orientale e ricercatore riguardo la teoria delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali. È impegnato inoltre nella pubblicazione sia di numerosi trattati specialistici sia di vari libri di carattere storico e divulgativo come “E=mc2. La formula più famosa” (il Mulino, 2019). Grazie al suo intervento potremo scoprire qualche curiosità riguardo un settore ancora discusso, quale quello della meccanica quantistica, tramite l’analisi di opere letterarie di svariati scrittori, da Hermann Broch a Daniele Del Giudice e molti altri. Nata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, dalle ricerche di grandi menti tra le quali Bohr, Planck, Einstein e Heisenberg, la meccanica quantistica ha dato origine alla fisica moderna, in contrasto con la fisica classica adatta alla comprensione di fenomeni macroscopici, ma di fatto incompatibile con i comportamenti riscontrati nelle particelle atomiche e subatomiche. Un tema quindi molto complesso, ai limiti della comprensione umana, e perché non esplorarlo attraverso i versi di un’opera teatrale piuttosto che tramite astrusi manuali? E allora non perdetevi questa conferenza e correte ad accaparrarvi una sedia!

Pensa che la narrativa possa essere uno strumento valido per avvicinare le masse ad argomenti scientifici magari un po’ ostici oppure il mondo della finzione e delle realtà dovrebbero rimanere separati onde evitare la diffusione di contenuti errati? 

Non credo che i due mondi si debbano separare. Intanto perché è normale che dialoghino, visto che la scienza si diffonde comunque nella cultura generale; innanzitutto in quella più alta, intellettuale, poi anche sul lungo andare persino nel senso comune. Penso quindi che i due mondi debbano dialogare e ritengo che la letteratura possa svolgere un ruolo, indipendentemente dalle sue motivazioni che sono ovviamente artistiche, anche nell’avvicinare un pubblico più ampio a temi sottili, piuttosto complicati come quelli della meccanica quantistica. Ci sono stati nell’ultima parte del Novecento e ci sono ancora oggi degli scrittori, dei poeti, estremamente sensibili ai temi della fisica e a quelli più astrusi della meccanica quantistica, che hanno scritto delle opere in cui questa teoria fisica viene usata metaforicamente; in altri casi c’è un uso quasi didascalico e molto attento della meccanica quantistica. Penso che queste opere possano essere interessanti anche per capire che la cultura deve essere composta da vari elementi che devono essere in dialogo fra di loro: scientifici, letterari, artistici, filosofici.

Può spiegarci come funzionano le ricerche nella meccanica quantistica moderna? Si limitano ancora per lo più a calcoli matematici e ipotesi o, grazie alle nuove tecnologie, è effettivamente possibile osservare il comportamento degli atomi e delle particelle subatomiche?

In realtà da più di una trentina di anni si fa fisica atomica sperimentale e si riescono a studiare sistemi quantistici elementari. Fino agli anni ’70, ’80 la meccanica quantistica che si occupava di sistemi elementari era di fatto una teoria, senza verifiche dirette; ovviamente ciò non vuol dire che fosse una teoria infondata, era semplicemente una teoria che trattava sistemi in alcuni casi ideali che non trovavano una realizzazione in laboratorio (il singolo atomo, il singolo elettrone, il singolo fotone). A partire dagli anni ’80 in poi, la sperimentazione nel campo della meccanica quantistica fondamentale (quella dell’ottica quantistica e della fisica atomica) ha fatto passi da gigante quindi è stato possibile fare sperimentazione su sistemi quantistici elementari e questo oggi è ormai una situazione assolutamente normale; si è in grado di manipolare davvero il singolo oggetto elementare, la singola particella e farle fare quello che si vuole.

Nonostante i limiti della ricerca in questo campo, pensa che la meccanica quantistica sia un settore che ancora merita e necessita di essere esplorato? Se sì, quali altri settori potrebbero esseri favoriti da nuove scoperte in questo ambito?

La meccanica quantistica è certamente una scienza che ha fatto passi da gigante e continuerà a farne perché da teoria e da strumento per conoscere il mondo è diventata una teoria sulla quale si fa sperimentazione diretta grazie agli sviluppi della fisica atomica e dell’ottica quantistica in particolare; quindi tutto questo continuerà, lo dimostrano anche gli ultimi Nobel che sono stati assegnati per studi di questo genere e certamente ci saranno novità. Ci sono molte cose da capire in ambito quantistico; in particolar modo che rapporto c’è tra mondo microscopico e mondo macroscopico. C’è un limite tra l’uno e l’altro, dove va posto questo limite, non c’è nessun limite? Si tratta quindi di capire degli aspetti fondamentali della realtà e in particolare tutta la fisica atomica e l’ottica quantistica sono discipline assolutamente ricche e in futuro lo saranno sempre di più. C’è certamente molto lavoro, è uno dei settori della fisica più promettente in questo momento, insieme ad altri che si occupano in cose ben diverse da queste.

[Alessia]

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