Chiara Civello
“Last quarter moon”, 2005 (Verve)
Pop
di Paolo Casisa
“Last Quarter Moon” è l’album d’esordio della cantautrice e polistrumentista romana Chiara Civello che nel 2005 ha stupito tutti per ispirazione, qualità compositiva e di esecuzione, supportata da incredibili musicisti italiani, americani e brasiliani… la sua storia è davvero particolare.
A soli 13 anni, presso il Saint Louis Music Hall di Roma, Chiara diventa allieva di Edda Dell’orso, la cantante che rese indimenticabili numerose colonne sonore di Ennio Morricone. Qualche anno dopo, partecipando ad una selezione organizzata dall’Umbria Jazz Festival, ottiene una borsa di studio per studiare alcuni mesi al prestigioso Berkley College of Music di Boston. Nel frattempo in Italia si fa conoscere collaborando con noti jazzisti come Danilo Rea, Stefano di Battista e Roberto Gatto. Nel 1994 si trasferisce a Boston per continuare gli studi alla Berkley e lì il suo grande talento di interprete è apprezzato dai mitici James Taylor, Tony Bennett e Burt Bacharach coi quali collabora sia dal vivo che nella scrittura di alcuni brani; tra l’altro alcune canzoni tratte dall’album “October Road” di James Taylor sono sue.
Chiara Civello non è solo cantautrice, ma anche eccellente chitarrista, pianista e violoncellista.
Nei primi anni 2000 si esibisce in numerosi concerti, accompagnata da noti musicisti, storici collaboratori di Paul Simon. Nel 2005 arriva per lei il fatidico momento di mettere a frutto il suo talento incidendo “Last Quarter Moon” in cui suonano sedici musicisti internazionali trai quali spiccano i nomi del batterista Steve Gadd, del vibrafonista Mike Manieri e del cantante brasiliano Daniel Jobim, nipote di Antonio Carlos Jobim (uno degli inventori della bossa nova), col quale la Civello duetta nella rilassante atmosfera densa di saudade del brano “Sambaroma”.
Negli anni di studio alla Berkley, Chiara Civello e Burt Bacharach compongono assieme numerosi brani come lo splendido “Trouble”, inserito in questo album.
“Last quarter moon” alcuni lo hanno definito un lavoro down tempo, cioè composto di brani lenti e rilassati, come la canzone “Parole incerte” in cui il talento elegante, fumoso e jazzato di Chiara si manifesta in tutto il suo splendore, accompagnata dall’ottimo pianista francese Alain Mallet, docente alla Berkley e collaboratore di Paul Simon, Phil Woods e Marc Johnson.
La regina del pop degli anni ’80 Cindy Louper dichiarò: – Questo disco è di una bellezza inquietante e la voce di Chiara è semplicemente fantastica e affascinante” -.
Da citare il brano “Nature song” in cui Chiara Civello si manifesta splendida autrice e raffinata arrangiatrice delle stupende parti corali che lo concludono.
Chiara Civello negli ultimi vent’anni ha inciso altri sette album, guadagnandosi una ottima reputazione in Brasile, in America e in Italia, anche collaborando con Pino Daniele, Ana Carolina, Gilberto Gil, Chico Buarque, Esperanza Spalding e Al Jarreau, ma questo suo album d’esordio è per me davvero unico e irripetibile.