Il paese vegetale

Il paese vegetale

Condividi

Le piccole storie di fine estate di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un paese speciale: era speciale per le sue caratteristiche ma soprattutto perché nessuno al mondo ne conosceva l’esistenza. A vedersi sembrava come tanti altri piccoli paesi: in una zona pianeggiante, ricca di piante e di acqua, case immerse nel verde e piccoli giardini con aiuole e panchine. Era molto, anzi eccessivamente soleggiato per la verità e per questo c’era un perché, come capiremo presto.

Tutti gli. abitanti di questo paese, che si chiamava Vegelandia, appartenevano al mondo vegetale. C’era ad esempio il prof. Melanzana, alto e un po’ austero, con la faccia piatta e allungata: abitava in una bella casa ariosa ed era il preside della scuola del paese. Vicino alla sua c’era la casetta modesta della signora Cipollina, dal bel viso rotondo e la carnagione bianca e lucente, E poi, nelle strade vicine sui campanelli spiccavano i nomi del dottor Zucca, che aveva tutte le imposte gialle, della professoressa Lattuga, la cui porta era di un be verde brillante, del ragionier Sedano e così via… Il signor Cetriolo, che camminava sempre un po’ curvo, aveva due bei bambini snelli e vivaci, che giocavamo al parco con i figli dell’ingegner Basilico e dei coniugi Pomodoro.  Ma è inutile che vi elenchi tutti gli abitanti del paese: ormai avrete capito che si trattava di un luogo magico, fondato da chissà quale amante della natura, unico al mondo, e che, come raccontava la signora Prezzemolo, che, si sa, era un po’ chiacchierona, si vantava di saper tutto e ficcava il naso dovunque, era destinato a restare segreto e isolato.  “E deve restare così se vogliamo sopravvivere” ribadiva sempre il commissario Cocomero, che era il poliziotto di Vegelandia. Un giorno però capitò in paese, chissà come, un tizio stranissimo: portava degli strani abiti, simili a quelli di un vecchio spaventapasseri che la signora Prezzemolo aveva visto in una vecchia cartolina. Cominciò anche a fare anche strane domande: “Che cosa mangiate qui?… come vivete ?… perché siete fatti così? ecc. ecc. Il commissario Cocomero si allarmò subito e convocò di notte il Consiglio Vegetale: estrasse da un cassetto un vecchio libro ammuffito e lo passò senza parlare al prof. Melanzana.

Il giorno seguente il tizio stranissimo che si era fatto notare in paese si svegliò sotto un albero con un gran mal di testa. Si guardò attorno e vide una bella distesa verde di piante e cespugli e molti campi che si estendevano all’orizzonte. Si alzò tutto stordito e prese la prima strada che trovò ripromettendosi di non bere mai più una goccia di vino in tutta la sua vita. “Un paese di cetrioli e di cipolline, figuriamoci!” borbottava, scuotendo la testa… Da sotto un cespuglio il commissario Cocomero lo guardò mentre si allontanava: tirò un sospiro di sollievo e fece un cenno d’intesa al prof. Melanzana, che spuntava da un fosso vicino. Tutto tornò come prima allora? Non lo sappiamo ma forse torneremo a Vegelandia un’altra volta, per verificare.

Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!

Condividi