Antena
“Camico del sol”, 1982 (Les Disques du Crépuscule)
Lounge, bossa nova, art-pop
di Giuliano Delli Paoli
Ci sono momenti della vita in cui ci ritroviamo come in stasi, fermi nello spazio e nel tempo, un universo nascosto che si svela ai nostri occhi, dove quasi riusciamo a vedere le pieghe del tempo, dove si mischiano passato, presente e futuro in un unico, catartico, perfetto momento. Mettiamo nel lettore “Camino del Sol” ed è molto probabile che riusciremo a percepire quel momento.
Diamo innanzitutto qualche coordinata: Antena è il nome di un progetto a tre franco-belga che ruota intorno alla figura di Isabelle Powaga, in arte Isabelle Antena, cantante francese munita di charme infinito e legata oltre ogni misura allo stile bossa nova. Il trio è composto da Isabelle, Sylvain Fasy e Pascale Moiroud, quest’ultimo presente fino al 1983. Verso gli inizi del 1982 i tre compositori metteranno su disco la perfezione di un istante, l’estasi di un momento, allestendo a pieno titolo quello che resta un lavoro che anticipa di parecchi anni carrellate di soluzioni lounge music da aperitivo in spiaggia, ma non solo.
La storia inerente la diffusione di questo “disco” è purtroppo confusionaria e simile a tante altre vicende di album-culto in un primo momento dimenticati da tutti, e in seguito piazzati alla rinfusa sul mercato, magari a seconda del ripescaggio di turno o della volontà di qualche piccola label atta a recuperare gemme perdute da miscelare soprattutto in ambito dance, chill-out e dintorni. In realtà, l’album uscì in una primissima versione mini contenente solo cinque tracce per l’etichetta belga Les Disques du Crépuscule di Michel Duval e Annik Honoré (la musa di Ian Curtis), con una fantastica copertina curata da Benoît Hennebert. La stessa label nel 1988 decise di ampliare l’opera in questione, inserendo anche diversi brani prodotti nello stesso periodo.
Negli anni successivi, dopo aver accompagnato in tournée Paul Haig, Tuxedomoon e Cabaret Voltaire, la dolce Isabelle, spinta dal produttore Martin Hayles, decise poi di spostarsi a Londra e fino al 1985 tirò fuori assieme a Fasy una serie di Ep, prima di dedicarsi alla carriera solista. Da tali Ep sono state prese diverse canzoni, inserite di volta in volta, e a seconda dell’etichetta di turno, nelle varie versioni ampliate di “Camino del Sol” sparse in giro per il mondo. Si tratta comunque di versioni più o meno simili tra loro, curate da etichette importanti come le tedesche Interphon e Permanent Vacation, o l’americana Numero Group; ciascuna è differente dall’altra nelle scelte delle bonus track o semplicemente per la numerazione dei brani. Tuttavia, è la versione curata nel 1988 dall’etichetta madre, la sopracitata Les Disques du Crépuscule, a essere in realtà quella più importante e nei fatti definitiva.
Ma veniamo alla musica: l’album sembra cercare come obiettivo la cattura di quel catartico momento descritto in alto. I tre ci riescono con una magica combinazione di synth e samba, con spruzzate di bossa nova e leggerezza. Prende vita una sequenza perfetta di leggiadri momenti di stasi, che diventano finanche una sensazione “fisica”, capace di trasportarci nel nostro rifugio magico, il nostro porto sicuro, il nostro sogno di speranza. Per qualcuno è una spiaggia, per qualcun altro è una scogliera di Ibiza, per altri è una biblioteca, per altri ancora sarà un calice di vino a Parigi con una persona speciale. Non conta cosa sia, siate certi che questo disco vi ci porterà.
“Camino del Sol” è una sorta di manifesto “politico”, con trovate di diverse generazioni e luoghi unite sapientemente per creare un amalgama fuori dalle coordinate obbligate. Le ispirazioni sono ovviamente molte, a cominciare dalla chanson francese, per continuare con i cantautori brasiliani, finendo ai nostrani Piccioni e Umiliani, il tutto frullato con la nascente musica synth e sperimentazioni elettroniche minimali.
È il trionfo dell’elemento sintetico che danza leggiadro grazie all’energia della carne, accompagnato dalla sinuosa e sensuale voce di Antena. Al contempo, prendono forma differenti soluzioni, che passano dal tambureggiare esotico della title track, con tanto di uccelli campionati, a ricreare una sorta di ovattata e calda dimora zen in cui abbandonarsi, all’incedere vagamente minimal-wave di “To Climb The Cliff” e “Achilles”, fino a raggiungere le atmosfere cullanti e brasileire di “Sissexa”, il climax da cabaret parigino di “Les demoiselles de Rochefort” (cover di “Chanson des jumelles” di Anne Germain e Claude Parent) e, dulcis in fundo, la samba liquida di “The Boy From Ipanema” (altra cover eccellente del brano di João Gilberto e Stan Getz con Astrud Gilberto), prodotta per l’occasione dal grandissimo John Foxx.
Il risultato complessivo è qualcosa che a suo modo avrà un ruolo fondamentale nella musica moderna e soprattutto nella sua fruizione. “Camino del Sol” è ancora oggi un album citato come fonte d’ispirazione da parte di numerosi artisti, per i quali è facile vedere un invisibile cordone ombelicale con Antena: Air, Thievery Corporation (e non è un caso la rilettura del 2006 di un brano della stessa Isabelle, “Nothing To Lose”), Stereolab e tanti altri. Ma può essere visto anche come un album-simbolo per le modalità di fruizione, il disco perfetto per i luoghi dell’anima e non solo, l’opera ideale per tutti i Cafè del Mar del mondo, semplicemente perfetta per la contemplazione della vita e delle sue magie.
* La versione dell’album è stata pubblicata nel 1988 e contiene brani prodotti nel 1982.
https://www.ondarock.it/pietremiliari/antena-caminodelsol.htm